Nato a Vilnius in Lituania, figlio di Arieh Leib Kacew e di Mina Owczyńska, Romain Gary arrivò in Francia, a Nizza, all'età di 13 anni.
Dopo aver studiato giurisprudenza a Parigi, si arruola nell'aviazione e raggiunge la "Francia libera" (l'organizzazione di resistenza
fondata da Charles De Gaulle) nel 1940 e vi presta servizio nelle Forces aériennes françaises libres.
Termina la guerra come
"compagnon de la Libération" e decorato con la Legion d'onore.
Dopo la fine delle ostilità, intraprende una carriera di
diplomatico al servizio della Francia. A questo titolo, soggiorna a lungo a Los Angeles (California), negli anni cinquanta,
in qualità di Console generale di Francia.
Fu il marito della scrittrice Lesley Blanch e dell'attrice americana Jean Seberg, dalla quale divorziò. Poco più di un anno dopo
il suicidio di questa (settembre 1979, per ingestione di barbiturici), profondamente travagliato dalla decrepitezza legata al
proprio invecchiamento, si diede la morte sparandosi in bocca.
Dopo la sua morte si scoprì che, sotto lo pseudonimo di Émile Ajar, era l'autore di quattro romanzi la cui paternità era stata
attribuita ad un suo parente, Paul Pavlovitch, il quale aveva sostenuto il ruolo di Ajar di fronte alla stampa e all'opinione
pubblica.
Diversi suoi libri sono stati adattati al cinema, in particolare Chiaro di donna (1979) di Costa-Gavras, con Yves Montand
e Romy Schneider come protagonisti, e La vita davanti a sé (1977) di Moshé Mizrahi, che ottenne l'Oscar come miglior film
straniero, e con Simone Signoret nel ruolo di Madame Rosa, che ottenne il César come miglior attrice.
Romain Gary ha anche girato due film, di cui fu sia regista che sceneggiatore, che non hanno riscosso molto successo.
Romain Gary
La Vita Davanti A Se
Eroe di guerra, diplomatico, cineasta, Romain Gary si suicidò il 3 dicembre 1980.
La sua scomparsa fece scalpore
ma il vero colpo di scena arrivò quando, pochi mesi dopo la morte, si scoprì che Gary ed Emile Ajar, autore del
romanzo "La vita davanti a sé", erano in realtà la stessa persona.
Il libro, che narra le vicende di Momo, ragazzo
arabo nella banlieu di Belleville, figlio di nessuno, accudito da una vecchia prostituta ebrea, vinse il Goncourt
inaugurando uno stile gergale da banlieu e da emigrazione, cantore di quella Francia multietnica che cominciava a
cambiare il volto di Parigi.