Paolo Giordano vive a Torino. Il padre Bruno è un ginecologo, la madre Iside è un'insegnante d'inglese; ha una sorella maggiore,
Cecilia, di tre anni più grande.
Nel 2001 si è diplomato con 100/100 al liceo scientifico statale "Gino Segré" di Torino; e dopo aver conseguito con lode,
nell'anno accademico 2005-2006, la laurea specialistica in fisica delle interazioni fondamentali presso l'Università degli studi
di Torino, con una tesi premiata fra le migliori, ha vinto una borsa di studio per frequentare il corso di dottorato di ricerca
in fisica delle particelle, presso la Scuola di dottorato in Scienza e alta tecnologia del medesimo ateneo.
In un progetto co-finanziato dall'Istituto nazionale di fisica nucleare, sta studiando le proprietà del quark bottom,
in particolare il decadimento inclusivo del mesone B nel canale semileptonico e radiativo.[8] Ha conseguito il dottorato di
ricerca in fisica teorica nel 2010.
È autore del romanzo La solitudine dei numeri primi, edito da Arnoldo Mondadori Editore nel gennaio del 2008, che vince nello
stesso anno il premio Campiello Opera Prima, il premio Fiesole Narrativa Under 40, il Premio Strega e il Premio letterario
Merck Serono; a 26 anni è il più giovane scrittore ad aver vinto lo Strega.
Secondo Tuttolibri, La solitudine dei numeri
primi è il libro più venduto in Italia nel 2008, con più di un milione di copie acquistate.
È un libro "stimolante e inquietante che fa riflettere sul disagio di settori del mondo giovanile, simbolicamente rappresentato
dai numeri primi, cioè come i protagonisti, strettamente uniti eppure invincibilmente divisi".
Secondo l'autore, Mattia e Alice,
i protagonisti del romanzo, "estremamente rappresentativi di un certo mondo giovanile della borghesia, della borghesia opulenta,
che garantisce agiatezza ai propri figli lasciandoli nella più assoluta solitudine spesso abbandonati a se stessi", sono due
numeri primi gemelli, cioè separati da un unico numero pari che non permette loro di scontrarsi, nonostante siano così vicini.
Tale idea di fondo de La solitudine dei numeri primi è nata durante la fase di scrittura (durata nove mesi); Giordano, infatti,
non era a conoscenza dell'esistenza di questo tipo particolare di numeri primi, ma li ha scoperti consultando Wikipedia.
Il titolo del romanzo fu scelto da Antonio Franchini, editor Mondadori, nell'ottobre del 2007; Giordano lo aveva intitolato in
origine Dentro e fuori dall'acqua, che rimane come titolo del quinto capitolo. Per la copertina, è stato usato l'autoscatto
di una ventenne olandese di nome Mirjan, pubblicato su deviantART il 14 ottobre 2007; Giordano stesso pone la particolare
copertina, che mostra un viso volutamente ambiguo, fra le concause del successo dell'opera, indicando come molte persone,
alle presentazioni del libro, abbiano dichiarato di "essere state indotte ad acquistarlo da quello sguardo in copertina".
La dedica del libro ("A Eleonora, perché in silenzio te l'avevo promesso") è per un'amica dei tempi del liceo.
Paolo Giordano
La Solitudine Dei Numeri Primi
Alice è una bambina obbligata dal padre a frequentare la scuola di sci.
È una mattina di nebbia fitta, lei non ha voglia,
il latte della colazione le pesa sullo stomaco. Persa nella nebbia, staccata dai compagni, se la fa addosso. Umiliata,
cerca di scendere, ma finisce fuori pista spezzandosi una gamba.
Resta sola, incapace di muoversi, al fondo di un canale
innevato, a domandarsi se i lupi ci sono anche in inverno. Mattia è un bambino molto intelligente, ma ha una gemella, Michela,
ritardata.
La presenza di Michela umilia Mattia di fronte ai suoi coetanei e per questo, la prima volta che un compagno di
classe li invita entrambi alla sua festa, Mattia abbandona Michela nel parco, con la promessa che tornerà presto da lei.
Questi due episodi iniziali, con le loro conseguenze irreversibili, saranno il marchio impresso a fuoco nelle vite di
Alice e Mattia, adolescenti, giovani e infine adulti.
Le loro esistenze si incroceranno, e si scopriranno strettamente
uniti, eppure invincibilmente divisi.
Come quei numeri speciali, che i matematici chiamano "primi gemelli": due numeri
primi vicini ma mai abbastanza per toccarsi davvero. Un romanzo d'esordio che alterna momenti di durezza e spietata
tensione a scene rarefatte e di trattenuta emozione, di sconsolata tenerezza
e di tenace speranza.