Nato a Carfizzi, un piccolo paese arbëreshë della provincia di Crotone, dopo essersi laureato in Lettere all'Università di Bari
si trasferisce ad Amburgo presso il padre emigrato.
Qui insegna in una scuola per figli di emigranti e inizia a scrivere i
primi racconti.
Nel 1984 appare la prima raccolta di racconti Den Koffer und weg, a cui segue nel 1984 un saggio in lingua
tedesca, scritto in collaborazione con Meike Behrmann, Die Germanesi, tradotto due anni dopo in lingua italiana col titolo
I Germanesi, storia e vita di una comunità calabrese e dei suoi emigranti.
Successivamente, ritornato in Italia, si stabilisce
a Besenello, nel Trentino, dove continua l'attività di scrittore e insegnante.
È autore di numerosi romanzi e racconti di
successo.
Nel 2007 ha tenuto una conferenza al liceo scientifico "Michelangelo Buonarroti" di Monfalcone sulla multiculturalità.
Nell'anno scolastico 2008/2009, l'autore è stato proposto nelle scuole italiane tra gli autori di origine calabrese da
studiare.
Nel luglio del 2009, con il suo romanzo "Gli anni veloci", vince la terza edizione del "Premio Letterario Nazionale Tropea -
Una regione per leggere", organizzato dall'Accademia degli Affaticati, imponendosi su Mario Desiati e Paolo Di Stefano.
Il risultato plebiscitario della giuria, composta da un comitato popolare di varia estrazione culturale e da tutti i sindaci
calabresi,
ha confermato l'affetto e l'attenzione per questo autore della sua regione d'origine.
I temi prevalenti nelle opere di narrativa di Abate sono il ricordo delle tradizioni culturali di origine, soprattutto delle
piccole comunità arbëreshë, e l'incontro con le popolazioni che risiedono laddove più forte è l'emigrazione del Meridione.
I racconti di Abate, emigrato da giovane in Germania per motivi di lavoro, sono frutto dell'esperienza diretta dell'autore
in Germania e nell'Italia settentrionale.
In alcune opere di Carmine Abate, specialmente nella raccolta di racconti intitolata
"Il Muro dei Muri", viene dato rilievo a quello che è il vero nemico della società, il razzismo, la barriera più grande che
esiste al mondo e che cerca di dividere gli uomini, motivo d'incomprensione e d'incomunicabilità tra questi ultimi.
I temi dell'odio e dell'intolleranza, nell'opera di Carmine Abate, sono trattati in una lingua personale costituita
da termini nelle lingue italiana, di arbëreshë e tedesca, con uno stile apparentemente semplice, scorrevole e
facilmente comprensibile, ma soprattutto che richiama con piacere alla lettura.
Abate è autore con Cataldo Perri dello spettacolo teatrale Vivere per addizione nelle terre d'andata tratto da
Terre di andata e Vivere per addizione[3], presentato il 19 agosto 2011 nel I festival dei luoghi a Soveria Mannelli.
Il 1º settembre 2012 vince la 50ª edizione del Premio Campiello con il romanzo La collina del vento.
Attualmente vive a Besenello (TN), è sposato e ha due figli: Michele e Christian.
Carmine Abate
La Collina Del Vento
Impetuoso, lieve, sconvolgente: è il vento che soffia senza requie sulle pendici del Rossarco, leggendaria, enigmatica altura a
pochi chilometri dal mar Jonio.
Il vento scuote gli olivi secolari e gli arbusti odorosi, ulula nel buio, canta di un antico segreto
sepolto e fa danzare le foglie come ricordi dimenticati.
Proprio i ricordi condivisi sulla "collina del vento" costituiscono le
radici profonde della famiglia Arcuri.
La collina del vento è la saga appassionata e coinvolgente, epica ed eroica di una famiglia
che nessuna avversità riesce a piegare, che nessun vento potrà mai domare.