Operaio in fabbrica a turni di notte fino a cinquant'anni, ha pubblicato tre
romanzi con Donzelli:
"Mammut" (1994), "Palude" (1995) e "Una nuvola rossa" (1998).
Per Mondadori ha pubblicato "Il fasciocomunista" (2003, premio Napoli) da cui è
stato tratto il film "Mio fratello è figlio unico" e "Shaw 150.
Storie di fabbrica e dintorni" (2006).
È autore anche di "Fascio e martello. Viaggio per le città del Duce" (Laterza
2008).
Nel 2010 ha vinto il Premio Strega con il romanzo "Canale Mussolini" edito da
Mondadori, che nel 2011 ha ripubblicato anche il suo romanzo d'esordio scritto
tra nel 1986-87, "Mammut".
Collabora a "Limes"; suoi scritti sono apparsi su "Nuovi Argomenti", "Micromega"
e "La Nouvelle Revue Française".
Ha moglie e due figli.
Antonio Pennacchi
Canale Mussolini
Canale Mussolini è l'asse portante su cui si regge la bonifica delle Paludi
Pontine.
I suoi argini sono scanditi da eucalypti immensi che assorbono l'acqua e
prosciugano i campi, alle sue cascatelle i ragazzini fanno il bagno e aironi
bianchissimi trovano rifugio.
Su questa terra nuova di zecca, bonificata dai progetti ambiziosi del Duce e
punteggiata di città appena fondate, vengono fatte insediare migliaia di persone
arrivate dal Nord.
Tra queste migliaia di coloni ci sono i Peruzzi.
A farli scendere dalle pianure padane sono il carisma e il coraggio di zio
Pericle.
Con lui scendono i vecchi genitori, tutti i fratelli, le nuore.
E poi la nonna, dolce ma inflessibile nello stabilire le regole di casa cui
i figli obbediscono senza fiatare.
Il vanitoso Adelchi, più adatto a comandare che a lavorare, il cocco di
mamma.
Iseo e Temistocle, Treves e Turati, fratelli legati da un affetto profondo
fatto di poche parole e gesti assoluti, promesse dette a voce strozzata sui
campi di lavoro o nelle trincee sanguinanti della guerra.
E una schiera di sorelle, a volte buone e compassionevoli, a volte
perfide e velenose come serpenti.
E poi c'è lei, l'Armida, la moglie di Pericle, la più bella, andata in
sposa al più valoroso. La più generosa, capace di amare senza riserve e senza
paura anche il più tragico degli amori.
E Paride, il nipote prediletto, buono e giusto, ma destinato, come l'eroe
di cui porta il nome, a essere causa della sfortuna che colpirà i Peruzzi e li
travolgerà.